SUMMIT AI – Intelligenza Artificiale e Umanesimo Digitale: la strada italiana ed europea

Il SUMMIT AI, promosso da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici – CNCT in collaborazione con Confindustria Vicenza, si è svolto il 21 novembre a Vicenza e ha rappresentato un importante momento di confronto sul tema dell’Intelligenza Artificiale e delle sue applicazioni nel sistema produttivo, nei servizi e nella Pubblica Amministrazione.

Ad aprire i lavori sono stati gli interventi di Enrico Maggi, Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alla Digitalizzazione e all’Intelligenza Artificiale, Carlo Berardelli, Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, e Gianni Dal Pozzo, Presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento Territoriale della Federazione.
Gli interventi introduttivi hanno messo in luce le potenzialità dell’AI nel ridefinire processi, organizzazioni e modelli di sviluppo, evidenziando al tempo stesso la necessità di accompagnare questa trasformazione con politiche industriali, competenze e infrastrutture adeguate.

Il ruolo strategico di servizi digitali, dati, software e competenze

Nel suo intervento, il Presidente Carlo Berardelli si è soffermato sul ruolo strategico dei servizi digitali, dei dati, del software e delle competenze, che oggi costituiscono l’infrastruttura immateriale fondamentale della competitività dell’industria, dei servizi e della Pubblica Amministrazione italiana. Una trasformazione digitale che poggia su infrastrutture abilitanti: connettività affidabile, data center evoluti, piattaforme interoperabili e ambienti cloud sicuri.

Sul fronte regolatorio, Berardelli ha sottolineato come siano stati compiuti passi importanti, ma come la regolazione da sola non sia sufficiente.
«Se vogliamo che l’Europa sia protagonista – e non solo mercato di destinazione per l’innovazione prodotta altrove – dobbiamo rafforzare la nostra capacità industriale e tecnologica. Non si tratta di chiudersi, ma di costruire autonomia strategica: la possibilità di scegliere dove e come creare valore, evitando dipendenze strutturali da attori esterni», ha evidenziato nel suo intervento.

Le priorità delle politiche di sviluppo

Gianni Dal Pozzo ha invece richiamato alcuni dati chiave che delineano con chiarezza le priorità delle politiche di sviluppo. Secondo le analisi presentate, solo l’8,2% delle imprese italiane utilizza oggi soluzioni di Intelligenza Artificiale, contro quote ben più elevate in altri Paesi europei, e meno della metà degli adulti possiede competenze digitali di base, con un forte divario tra grandi imprese e PMI.
Numeri che confermano quanto sia urgente spostare il baricentro degli investimenti verso asset immateriali come dati, formazione, competenze e revisione dei processi.

Accanto a questo, Dal Pozzo ha indicato alcune priorità strategiche:

  • la costruzione di veri ecosistemi territoriali che mettano in rete imprese, università, Pubblica Amministrazione e poli tecnologici;
  • il sostegno alle PMI, affinché l’AI diventi una scelta strategica e non resti confinata a sperimentazioni isolate;
  • la valorizzazione dei dati come asset essenziale per qualsiasi applicazione di Intelligenza Artificiale.

Un messaggio condiviso ha attraversato l’intero Summit: la tecnologia non sostituisce l’intelligenza umana, la amplifica.
Saranno le persone, con la loro visione, le competenze e le domande che sapranno porre, a continuare a fare la differenza nell’orientare lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale per la crescita del sistema produttivo e della società.